Termine molto in voga oggigiorno ma dai contorni quanto mai sfumati e poco chiari.

Tutti i tessuti infatti sottoposti a stimolazioni, stress od anche trattamenti invasivi rispondono sempre attraverso una fase infiammatoria che riconosce nella rigenerazione, proliferazione e rimodellamento cellulo-tissutale uno dei suoi pilastri. Quindi si potrebbe sostenere senza timore di essere smentiti che tutto ciò che interagisce con il tessuto cutaneo provoca una rigenerazione dello stesso (come ad esempio i vari peeling,laser, filler, radiofrequenze ect..).

Si può però spostare la lancetta di questo processo autolimitante attraverso l’utilizzo di protocolli, strutturati temporalmente, che sfruttano la sinergia di differenti approcci terapeutici:

• Protocollo nano-micrograft e laser ablativo frazionato: la struttura cutanea è multistrato e le linee cellulari sono diverse. Il laser agisce tramite una sostituzione degli elementi epiteliali e dermici con cellule di nuova generazione attraverso una fase infiammatoria più o meno prolungata (in genere 7 giorni). Il nano o micrograft sono cellule derivate dal sistema adiposo, raccolte con particolari cannule e sottoposte ad una ulteriore selezione con filtri: nel caso del nanograft si seleziona la componente stromale che contiene le cellule staminali utili per il ringiovanimento stabile della pelle, il micrograft contiene anche elementi adiposi qualora sia necessario abbinare anche un effetto volumizzante: il risultato è stabile nel tempo, generalmente è sufficiente un trattamento all’anno.
• Protocollo radiofrequenza frazionata con microaghi ed acido ialuronico: utile per contrastare la lassità cutanea attraverso un processo di stimolo e rigenerazione cellulare con conseguente produzione collagenica.